CLASSE
1^ 2013 -2014 S.E.S. “Rodari”
di Poggetto (I.C. di S. Pietro in Casale, BO) Insegnante Marilena Bovina 18/12/2013 Maestra: Abbiamo osservato la
nostra siepe, il tiglio e la tuja, abbiamo
osservato anche il brucone e il bruchetto, i rospi
smeraldini e il toporagno che Frida [gatta]
aveva acchiappato: secondo voi sono esseri viventi o non viventi? perché? Leonardo: Sono viventi il bruco e il toporagno, anche se era morto; ma
era stata la Frida. [Qui sembra che venga fatta una distinzione aristotelica tra la “sostanza” (essere un vivente) e l’
“accidente” (l’essere vivi in questo momento) che dipende dalle circostanze.
I bambini non pensano per dicotomie classificatorie, ma per “storie”
(prima-dopo, eventi, circostanze)] Carlo: Sono tutti viventi, perché
vivono: la siepe fa i fiori, il bruco si muoveva e anche il toporagno si
muoveva, prima che la Frida lo prendesse. [La ragione addotta per le piante è diversa da quella addotta per
gli animali (e le due ragioni sono essenziali nella biologia vegetale e
animale); le domande stimolo potrebbero essere: gli animali fanno fiori? le
piante si muovono? Sono viventi in due modi diversi? A proposito del muoversi
il controesempio è l’automobile da una parte, la polvere nel vento dall’altra] Sara: Le piante sono viventi, perché in settembre le abbiamo viste con
le foglie belle verdi. [Le piante senza foglie o con le foglie secche non sono viventi?
Se no, che succede poi in primavera? Se sì, è un modo di essere viventi
diverso? Oppure anche qui si tratta di “sostanza” e “accidente”?] Denise: Sono viventi, perché si
muovono o fanno i fiori. [Ecco la risposta alle domande fatte sopra (vedi Carlo) La “o” è
usata in modo perfetto, se si vuole dire che ci sono sue modi di essere
viventi non in alternativa (“vel” e non “aut”)] Giulia: Sono vivi, perché si
muovono e crescono. [La prima qualità è riferita agli animali e la seconda alle
piante? oppure entrambe a entrambi?] Aurora: Tutte le piante sono
viventi. [Qui ci
starebbe bene il riferimento al seme: il seme fa parte della pianta? viene
dalla pianta? è vivente anch’esso?] Anthony: Tutti sono viventi, ma
alcune piante non sono molto viventi, perché hanno poche foglie. [Vedi sopra. Non dicotomia e
classificazione ma gradazione (“logica fuzzy”),
paradossalmente anche nell’essere vivi, come il “gatto di Schroedinger”] Greta: Gli animali e le piante sono
viventi; le piante, perché fanno i fiori e gli animali, perché si muovono. [Qui sembra che si tratti di due
modi diversi di essere viventi. Si potrebbe provare a capire se “fare i
fiori” è un fenomeno che caratterizza le piante (e allora si potrebbe chiede
se conoscono piante che non fanno i fiori e se in quel caso sono viventi lo
stesso), oppure se ha che fare con la riproduzione, e quindi se è questa la
caratteristica attribuita al vivente. Il fatto che dicano “fanno” e non
“hanno” i fiori significa qualcosa in questo senso?] Tutti sono d’accordo
con Greta Maestra: Nel giardino ci sono solo
esseri viventi? Giorgia G.: Il toporagno quando è
vivo è un essere vivente, ma quando la Frida l’ha ucciso, non è più vivente. [Ancora “sostanza” e “accidente”: sarebbe interessante trovare un
modo per capire se questa aristotelica è la loro idea] Leonardo: Prima di essere preso da
Frida il toporagno era vivo e si muoveva. [Ancora “pensare per storie” (prima-poi). E quando dorme? Si
potrebbe mostrare loro un fossile, che sia chiaramente di un animale
riconoscibile] Alessandra: I rospi smeraldini sono viventi. Carlo: Il muretto non è un vivente. Clelia e Giorgia F.: Le galline
sono viventi; il pollaio, la rete e i gazebo non sono viventi. Christian l.: I coniglietti e gli uccellini sono viventi. Enea: Io ho visto dei ragni, che sono viventi. Anthony: Anche i pulcini sono viventi. Denise: Le panchine non vivono, la
siepe sì. [Fare esempi: altra modalità
riconducibile al “pensare per storie” (contestualizzare)] Enea: La scuola e la serra non sono viventi, perché non si
muovono. [Domanda stimolo: la scuola
senza i bambini e le maestre è ancora scuola? con loro è vivente?] Aurora e Roberto: neanche la sedia
e lo zaino si muovono da soli, non sono viventi. [Controesempio: un’automobilina con la batteria si muove da sola] Greta: I bambini sono viventi. Si decide di
dividersi in gruppi e di cercare altri elementi viventi e non viventi. Satya, Sara, Giorgia G., Giorgia F. - Viventi:
gatti, galline, conigli, siepe, bambini, alberi, erba, fiori, topo. Non
viventi: muro, scuola, banchi, sedie, lavagna, gazebo, zaino, casellario, astuccio, cattedra, matite. Walid, Enea, Alessandra - Viventi:
il topo, il rospo, il bruco. Greta, Carlo, Aurora - Viventi: il
toporagno, prima di essere acchiappato da Frida, l’erba, perché fa i fiori [Vedi sopra], le galline,
perché camminano. Non viventi: il muretto, perché è fatto di mattoni, il
gazebo, perché è fatto di legno [Domande stimolo: ma il legno da dove viene? dalla pianta che è
vivente e allora?], il pollaio, perché è fatto di
plastica. [I viventi di cosa sono fatti?] Angelica, Andrea, Christian L. - Viventi:
il gatto, il coniglio, il pulcino, la gallina, il topo, un uccellino, le
colombe, le piante, il riccio, le persone, il ragno, il cespuglio, i fiori,
la coccinella, i bruchi, la rosa. Non viventi: il muro, il cartellone, la
scatola, la rete, le sedie, il banco, lo scaffale, la matita, la busta, il
chiodo, la legna, la bandiera, il filo, il libro. [I non viventi sono solo quelli fabbricati dall’uomo?] Matteo, Leo, Anthony - Viventi: le
galline, il rospo, i pulcini. Non viventi: il toporagno morto. [Domanda stimolo: allora il toporagno morto va messo insieme alla
sedia, allo scaffale ecc.?] Clelia, Carola, Roberto - Viventi:
la gallina, il gatto, il topo, l’uccellino. Non viventi: il muro, il gazebo,
il pollaio, la panchina, la porta. Denise, Christian N., Giulia - Viventi:
le galline, i bambini, gli uccelli, i gatti, i conigli. Non viventi: le
panchine, i gazebo, i bidoni, i furgoni. Osservazioni :
viventi e non viventi (a seguito delle conversazioni) 11/02/2014 Abbiamo discusso e organizzato gli
elementi del giardino in due gruppi: viventi e non viventi; Alcuni elementi ci hanno fatto
discutere molto e non siamo ancora tutti d’accordo; Abbiamo discusso soprattutto sul
toporagno che aveva preso la Frida e sulle piante che hanno perso le foglie e
poi ci sono i semi, che sembrano come i sassi. Maestra: mi sembra che il punto difficile sia dove mettere il toporagno. Giula e Leo: se non ci fosse stata la Frida
sarebbe stato vivente, ma l’ha preso e non è più vivente. [La questione non è posta come
dicotomia logica ma come risultato di una “storia”, in cui diventano
pertinenti il tempo e le contingenze] Maestra: allora se non è vivente va nel gruppo dove ci sono i sassi? Tutti: No! Walid: Anche se è’ morto rimane
dalla parte dei viventi, perché resta in sé? resta sempre un toporagno. [Impressionante coincidenza con
la teoria dell’ autopoiesi che insiste, come caratteristica del bivente,
sull’ identità, ovvero ciò per cui
un vivente è ciò che è] Giorgia G.: Resta un toporagno anche se non si muove più.
[Conferma] Denise: I viventi si muovono e
fanno i fiori, come le piante. [Si può intendere “fare fiori” estensivamente come “riprodursi”] Maestra: Anche l’auto si muove, è un vivente? Carlo: No, non è come gli animali,
non ha gli organi come il cuore. I viventi sono gli animali e le piante. [Parte dall’esempio per
ostensione e non dalla definizione astratta] Salma: L’autobus da solo non si
muove, ci vuole l’autista. [Quel “da solo” di nuovo richiama l’ autopoiesi] Maestra: Le piante si muovono?
hanno gli organi come il cuore? Carlo: Le piante si muovono, perché
se le tagli ricrescono e diventano più alte. [Interpretazione estensiva del “muoversi” in sintonia con quella
degli scienziati] Andrea: Il cuore delle piante è il
seme. [Sembra non
essere solo una metafora, modalità piuttosto estranea al pensiero dei
piccoli, anche se è in gioco una analogia] Greta: Le piante si muovono quando
crescono, perché un alberello piccolo si muove verso su quando cresce. [Interpretazione più “tecnica”
del “muoversi (“fototropia”): conoscenza scientifica] Sara: Noi cresciamo verso l’alto come le piante. [Spiazzante più che banale!
sarebbe interessante capire di più il senso che Sara dà a questa osservazione] Maestra: Quindi voi dite che siete più alti di quando eravate piccoli.
come le piante della siepe che prima erano piantine piccole; ma voi, se
volete uscire in giardino o spostarvi a giocare, lo potete fare: possono
farlo anche la rosa canina o il tiglio? Tutti: No! Satya: Perché sono piante! Andrea: Non possono camminare,
perché hanno le radici nella terra. [Centra perfettamente la differenza di soluzione al problema del
nutrirsi tra animali e piante] Roberto: Gli alberi non hanno i
piedi, non si muovono. Walid: Non si spostano, ma crescono
e perdono le foglie, quindi si muovono. sono sempre viventi. [Conferma la non banalità del
modo di pensare al “movimento”] Giulia: Gli animali si muovono e
crescono, le piante crescono e basta. Denise: Ci sono tipi di viventi
diversi, che si muovono come noi e gli animali e che non si muovono, perché
hanno le radici, come le piante. [In sintonia con il precedente intervento di Andrea] Anthony: Sono viventi diversi: le piante non si muovono, ma crescono; non
hanno le foglie, ma arrivano in primavera.
Gli animali si muovono. [Conferma, aggiungendo come “movimento”, cioè come cambiamento,
lo spuntare delle foglie] Salma: Ma hanno bisogno di acqua
per crescere e gli animali di cibo. [in effetti l’idea che le piante si “cibano” di aria e acqua non
è ricavabile dall’osservazione né dall’intuizione; perciò Salma sottolinea la
differenza] Leonardo: Se pianti un seme nella
terra, dopo cresce la pianta, perché il seme è il suo cuore che la fa
crescere. Ci vuole anche l’acqua. [Riprende l’immagine di Andrea (i bambini si “ascoltano”), e
rende più evidente che non si tratta solo di una metafora, mettendo in
relazione il seme con la crescita] Maestra: Quindi i semi, che assomigliano ai sassi, sono viventi? Continueremo
questa bella conversazione. Magari invitiamo un esperto. Io ho un amico scienziato,
forse gli farà piacere chiacchierare con bambini bravi come voi. CLASSE 2^ 2014 -2015 S.E.S. “Rodari” di Poggetto (I.C. di S. Pietro in
Casale, BO) Insegnante Marilena Bovina 5/10/2014 Maestra – Riprendiamo il discorso “vivente/non vivente”.
Vi ricordate la gallina nera che covava? Quest’anno c’era la gallina
Bianchina che covava e sono nati sei pulcini. L’anno scorso ci siamo chiesti:
l’uovo è vivente? Alcuni avevano detto di sì perché erano nati i pulcini. Altri, come Carlo, avevano
detto che a volte sono viventi perché nasce il pulcino, a volte non sono
viventi perché li mangiamo noi, come l’uovo sodo. Walid – L’uovo deve
essere covato perché nasca il pulcino; se l’uovo non sta al caldo, il pulcino
non nasce. Carlo – Però l’uovo, per
fare uscire il pulcino, dev’essere covato alla giusta temperatura e per il
giusto tempo; se per esempio lo cuoci, è troppo caldo e non nasce il pulcino. [Può darsi che, da
punto di vista relazionale, Carlo voglia opporsi a Walid, ma dal punto di
vista della scienza, il suo intervento, attraverso una mossa dialettica che
consiste non nel negare l’affermazione dell’altro, ma nel derivarne
conseguenze estreme inaccettabili, porta a un maggior rigore] Angelica – Se la gallina
cova poco, il pulcino non nasce. [Anche qui viene
accettata una affermazione precedente, ma la si precisa introducendo
l’aspetto quantitativo] Escono per vedere il nido della gallina: i bambini non sapevano quante
uova c’erano, perché stava già covando. Selma – C’era un uovo
ancora chiuso, i resti delle uova aperte e un pulcino morto, che non era come
i pulcini che giravano. [Precisione nella
descrizione riguardo a elementi pertinenti al discorso che si sta facendo] Denise – Era più piccolo
e sembrava senza penne. Forse è un uovo che si è aperto dopo, quando gli
altri erano già nati e la cioccia non era più sul nido e non scaldava più. [Dalla descrizione
all’ipotesi di spiegazione] Sara – Carlo dice che
l’uovo non è vivente, ma secondo me è il pulcino che è vivente. Carola – Perché man mano
che la gallina cova il pulcino cresce dentro l’uovo. [I due interventi
sono consequenziali (i bambini si “ascoltano”): il secondo rende ragione
della distinzione pertinente introdotta dal primo] Nanetti – Se l’uovo fosse
fatto in inverno e la gallina non lo covasse, è come se l’uovo fosse in
frigorifero e il pulcino non nasce: l’uovo in questo caso non è vivente. [Potrebbe essere
una quarta categoria “non ancora vivente”, dopo “vivente”, “non vivente”, “ex-vivente”
(nella precedente conversazione), completando la simmetria logica] Maestra - Come fa il
pulcino a essere nell’uovo che è chiuso e perché qualche volta il pulcino
nasce e qualche volta no? Sara – Secondo me è
l’uovo che in qualche modo crea il pulcino, ma non so come. [Costruita una
base condivisa di conoscenza, si comincia a esplorare, con domande e
immagini, il confine con ciò che non si sa ancora] Angelica – Per nascere al
pulcino serve il calduccio della chioccia per molto tempo. [Dopo quelle sulla
temperatura, un’altra precisazione quantitativa (relativa al tempo) sulle
condizioni del fenomeno] Matilde – Se la chioccia
cova, il pulcino nasce, se non cova o non cova abbastanza, il pulcino non
riesce a nascere. [L’uso del “se” è
segno di un pensiero ipotetico che considera non solo se un fenomeno si
verifica o no, ma anche a quali condizioni] Selma e Aurora Mai. –
Maestra, ma da dove vengono le uova? [Vale quanto detto
per l’intervento di Sara] Denise – L’uovo si genera
nella pancia della gallina, poi si forma il guscio, che è una specie di
crosta, poi esce dal sedere della gallina. Io ho osservato le galline per
molto tempo. [Espone ciò che
sa, ma seleziona tra ciò che sa ciò che è pertinente, come mostra
l’informazione sul guscio, che è pienamente funzionale al discorso] Tutti/e sono d’accordo con Denise. Leo – L’uovo assomiglia a
un seme che, se lo tieni lì, non fa niente: se la gallina non cova, anche
l’uovo non fa niente. Ma se il seme lo pianti nella terra e lo bagni, nasce
una piantina. Così, se la chioccia tiene l’uovo al calduccio, nasce il
pulcino. [L’analogia non è
solo una figura retorica, per altro adeguata, che riguarda il piano della
comunicazione; essa stabilisce anche una relazione fondamentale sul piano
logico (la relazione tra fenomeno e condizioni) e biologico (la base unitaria
dei processi di sviluppo dei viventi)] Tutti/e sono d’accordo. Clelia – La pianta è come
il pulcino: se non si bagna il seme o non si tiene l’uovo al caldo non
nascono. [Dell’analogia
mette in luce l’aspetto logico di cui sopra] Walid – Non basta la
temperatura dell’estate, serve la gallina che lo cova. [La distinzione
tra condizioni fisiche e biologiche potrebbe nascondere un’intuizione]
pertinente al tema vivente/non] Aurora Mai. – Quando la
gallina non ce la fa più a tenere l’uovo dentro, lo fa uscire e poi lo cova. Matilde – Nel semino ci
sono già dentro le radici: quando l’acqua bagna la terra, le radici scendono
e dopo la pianta cresce. [Anche lei espone
ciò che sa, ma selezionando e contestualizzando informazioni pertinenti] Christian L. – Sono
d’accordo con Matilde: con l’acqua il semino si apre. Giulia – Sono d’accordo
con Matilde. Enea – Sono d’accordo con
Matilde: come il pulcino nasce dopo un po’ di tempo che la chioccia cova, la
pianta cresce se sta nella terra e la bagni. [Riprende il tema
di Clelia. Interventi di questo tipo, anche se on portano nuovo materiale,
servono a misurare la condivisione di quanto elaborato nell’interazione di
gruppo] Greta – Io non ho capito
però come fa il pulcino ad andare nell’uovo e la pianta dentro il seme. [Dopo la conferma
della condivisione della conoscenza costruita fin qui, di nuovo si riapre
l’esplorazione di ciò che ancora non si sa] Denise – Secondo me il
pulcino sta nella pancia della gallina; la gallina mangia, tutto si mischia e
finisce dentro all’uovo, poi si forma il guscio. [Probabilmente
l’identità della collocazione “nella pancia” porta a sovrapporre le funzioni
riproduttive con quelle digestive, ma importante è l’intuizione della
relazione tra uovo e nutrimento] Tuti/e – Chiederemo allo
scienziato. CLASSE
2^ 2014 -2015 S.E.S. “Rodari”
di Poggetto (I.C. di S. Pietro in Casale, BO) Insegnante Marilena
Bovina 29/10/2014 Marcello
(lo “scienziato”) – Ho ricevuto le vostre “domande allo scienziato”.
Quando uno fa una domanda si aspetta una risposta, ma lo scienziato non è uno
che risponde a tutte le domande, perché le cose da sapere sono troppe e gli
scienziati, per saperle bene, si specializzano: c’è chi sa tutto sulle
farfalle, ma solo su quelle e, se gli chiedete qualcosa sul cavallo, vi
guarda… “cavallo? cos’è?”. Io poi ho una specializzazione un po’
particolare: studio… gli scienziati, studio come fanno a fare scienza; e
specialmente studio come fanno i bambini a fare scienza. Io seguendo questa classe, ho visto che avete
fatto proprio come fanno gli scienziati. Per prima cosa siete partiti da una
domanda “è vivente o non vivente?” e per rispondere avete osservato le cose
che vi stanno intorno, avete ragionato sulle vostre osservazioni, e così
avete scoperto alcune risposte. E qui è successa una cosa un po’ strana -
ricordate? -: avete scoperto per prima cosa che la domanda non era tanto
giusta; perché le cose che avete osservato non erano solo “viventi” oppure
“non viventi”, ma anche cose che erano sicuramente state viventi ma adesso
non lo erano più, erano “tracce di viventi”, “ex viventi”. Ma poi avete
scoperto che esistono anche i “quasi viventi”, che diventeranno viventi ma
per ora non hanno ancora tutte le caratteristiche dei viventi. Quindi la
prima scoperta di questa ricerca scientifica è stata che la domanda non era
giusta. E poi, facendo gli scienziati, a partire da quello che avevate
scoperto, avete fatto… delle nuove domande. La scienza funziona proprio così: partire da una
domanda, osservare, ragionare sulle osservazioni e discuterne, scoprire se la
domanda era giusta o se va cambiata, fare nuove domande, ciascuna delle quali
farà partire una ricerca che produrrà… nuove domande. Io ho qui davanti le vostre domande: ne avete fatte
una sessantina, quasi tutte diverse, e ci sarebbe il tempo solo per
rispondere a qualcuna; ma poi per molte non so le risposte: bisognerebbe
chiedere agli scienziati che sono specializzati in tutte quelle cose. [Scommette sulla capacità dei bambini
di praticare una dimensione epistemologica, cioè un discorso “meta-“ sulle
proprie pratiche scientifiche] Io invece vorrei ragionare con voi proprio sulle
domande. Ce ne sono alcune cui potete rispondere voi stessi osservando; ad
esempio “i semini hanno già le radici dentro?” “l’uovo esce dal sedere?”: io
non ho il giardino né le galline, voi sì e dunque potete osservate
direttamente. Osservare è anche più divertente che non sentire uno che parla. Però ci sono domande che si riferiscono a cose
che bisognerebbe osservare per molto tempo, ad esempio “Quanto ci mette il
pulcino a nascere?”, “Quante uova può covare la gallina?”, “Dopo quanto tempo
che la gallina cova nasce il pulcino?”… e forse voi avete troppe altre cose
da fare; allora potete chiedere a qualcuno che ha già osservato, un nonno, un
vicino di casa… Poi ci sono tantissime domande che chiedono come
funzionano le cose che avete scoperto: abbiamo scoperto che l’uovo è
quasi-vivente… sì, ma come funziona? Ad esempio: “Come si forma il guscio?”,
“Il pulcino quando è dentro l’uovo come fa a mangiare?”… Per ognuna di queste
domande c’è molto da osservare, da studiare; insomma, per ogni domanda una
ricerca. Queste domande dicono una cosa importante di voi come scienziati:
che non vi accontentate mai di conoscere e questo non solo è scientifico, ma
è molto bello. Per alcune domande a una prima risposta potete
arrivare anche solo ragionando; ad esempio “Come fa il pulcino a entrare
dentro all’uovo che è chiuso?”. Poi ci sono domande che possono sembrare un po’…
così, banali, o addirittura un po’ sciocche, e invece… Per esempio “Perché il
pulcino si spaventa?”: uno può dire ”ma che domanda è?”, ma se ci pensate un
momento: come mai i pulcini si spaventano tanto, più delle galline? Clelia -
Perché il pulcino appena nato non può conoscere le cose che sono più grandi
di lui e allora si spaventa. Marcello – Ma mica tutte le cose nuove fanno
spaventare: io potrei vedere una cosa e dire “Che bello!”. Proviamo a farci
questa domanda: perché lo spaventarsi può essere utile per il pulcino che,
come dice Clelia, non conosce ancora le cose? Matilde, Andrea, Sara, Carola, Leo, Selma
ripropongono l’idea di Clelia e Marcello ogni volta rilancia la domanda
“Perché, di fronte a cose nuove si spaventa e non è invece contento?” Alessandra –
[…] sì, conosce
cose nuove, ma sono più grandi di lui e si spaventa. Carlo - Perché non le ha mai conosciute, non le
ha mai vissute, non le ha mai provate. Marcello – Ma anche una cosa bella uno può non
averla mai vissuta. Uno sente per la prima volta una bella musica e dice “Ah,
che bello! Non è che si spaventa”. Carlo – Forse un bambino gli corre dietro. [Comincia a contestualizzare e a
utilizzare l’empatia] Marilena (la maestra) - E lui cosa pensa? [La maestra intuisce che questa è la
strada giusta e ce lo mantiene] Carlo – Pensa: “Vuole ucciderci” e scappa via. [Ecco la svolta] Marcello – Oooh! Marilena – Caspita! [Rinforzo] Marcello – Allora una ragione è che… Carlo - Potrebbe essere un rapace. Marcello – Pensa che sia un rapace, che sia qualcosa
che gli può far male: è pericoloso. [Generalizza l’esempio pertinente] Selma – Ha paura che sia un pericolo. Aurora Mar. - Perché se no la gallina ti becca. Denise – Lui si
spaventa perché noi siamo più grandi. Se non vede nessuno ed è tranquillo lui
è felice; se uno gli corre dietro dice: “Questo gigante mi corre dietro”. Lui
è più piccolo di noi, noi siamo più grandi ed è come se è un pericolo. [Quel “come se” fa pensare a una
generalizzazione della reazione del pulcino e non a un riflesso legato a una
specifica immagine percettiva] Marcello –
Questa cosa è importantissima, perché, mentre a noi i genitori dicono “Quello
è un pericolo: stai attento!”, i pulcini non hanno qualcuno che gli spiega i
pericoli prima. Allora per il pulcino è un vantaggio nascere con la paura,
perché di fronte a qualcosa di nuovo per prima cosa scappa, poi semmai, se
non è un pericolo, tanto meglio. Se non facesse così andrebbe incontro a
pericoli, che potrebbero anche farlo morire, prima di distinguerli dai non
pericoli. La gallina non si spaventa perché ha imparato che non si tratta di
pericoli. Per un pulcino nascere con la paura è importante per sopravvivere. Vedete che,
dietro a una domanda che sembra un po’ così, ci sono cose importanti come
questa, che gli scienziati chiamano “evoluzione” e che magari studieremo più
avanti. Anthony – Per
esempio una mamma, per proteggere un bambino… e c’è una macchina… “Stai
attento: c’è una macchina! Ti può investire” ; se lui si prende paura, potrebbe
scappare e non essere investito. Greta – Però
anche noi possiamo essere dei pericoli per i pulcini, perché loro sono piccoli. [Interventi che, attraverso esempi
pertinenti, confermano la comprensione da parte del gruppo] Marcello –
Vediamo un’altra domanda che avete fatto e che lì per lì sembra avere poco
senso e invece… Marilena - … è
una domanda profonda, da scienziato. Marcello – La
domanda è questa: “Perché la gallina non vola?”. In realtà le galline non è
che proprio non volano, ma sicuramente volano poco. La gallina che non vola
non vi sembra una cosa strana?... Perché, se un gatto non vola, non è strano,
invece è strano che una gallina non voli? Andrea – Se una
gallina non vola, o vola poco, vuol dire che… Angelica – Una
gallina non vola perché ha il pulcino dentro. Marcello – Non volare
è una cosa che succede in generale a tutte le galline. Ma perché non è strano
che non voli un gatto, una lucertola, un peperone, mentre per uno scienziato
è strano che una gallina non voli? Greta – Se una
gallina non vola può essere anche che ha delle malattie, oppure potrebbe
anche avere le penne corte. [Il pensiero contestualizzato dei
bambini propone esempi pertinenti, ma manca la generalizzazione] Marcello – Ma tutte le galline volano poco e a me,
diversamente dai gatti ecc., sembra strano, perché…? [Insistendo sul “tutte” suggerisce la
generalizzazione] Matteo – Perché
quegli animali hanno quattro zampe e non possono avere le ali, invece le
galline ce l’hanno. [Ecco la generalizzazione] Marcello - È
questo che è strano! La domanda “perché una gallina non vola?” per uno
scienziato è interessantissima perché è strano che un animale che ha le ali
non voli. Da qui parte tutta una ricerca
scientifica. Di solito le risposte possono essere di due tipi: non
vola perché non funziona qualcosa e allora ci si chiede cosa non funziona e
perché (come diceva qualcuno di voi: “perché ha le penne troppo corte” o
“perché pesa troppo” o ”perché ha una malattia”); oppure, siccome tutte le galline non volano… e ci sono
altri uccelli che non volano, come i pinguini… Leo –
Hanno le pinne. [Coglie nell’esempio specifico
l’elemento pertinente al discorso generale] Enea - Anche gli
struzzi non volano. [Un altro esempio pertinente, il che
presuppone una generalizzazione dell’idea] Marcello - Tutti gli struzzi, tutti i pinguini. Non è possibile che
tutti i pinguini siano ammalati – no?- Allora la domanda è: che storia c’è
dietro? Che cosa è successo indietro nel tempo? Anche i
bis-bis-bis-bis-bis…nonni dei pinguini di oggi, che vivevano magari milioni
di anni fa, non volavano? Vedete che la
vostra era una domanda importantissima. E infine ci sono altre domande che
avete fatto che sono di quelle che fanno riflettere sulle domande. Abbiamo
detto prima che gli scienziati, facendo una ricerca, a volte scoprono che la
domanda da cui sono partiti era sbagliata e va modificata. Prendiamo ad
esempio queste domande: “Una pianta morta è ex-vivente?”, “Il seme è
vivente?”, “Un osso è vivente?”, “La terra è vivente o ex-vivente?“, “L’uovo
è vivente?”. Chiedersi “questo è vivente o non vivente?” sembra ancora la
prima domanda che ci siamo già fatti, ma guardate di che cosa si parla:
pianta morta, seme, osso, terra, uovo; perché uno scienziato si incuriosisce
e invece non si incuriosisce più se la domanda è se un gatto, una pianta, un
sasso… è vivente o non vivente? Giulia - L’uovo è vivente perché nasce il pulcino, e
quando non nasce il pulcino non è vivente perché lo mangiamo noi oppure
perché è morto. [Coglie l’elemento di problematicità
dell’esempio] Marcello –
Dunque è l’esempio di una cosa che può essere vivente sì e vivente no: un po’
strano – no?- Giulia – Come
anche quasi vivente e un ex-vivente. Marcello – Eh
sì: non è chiaramente vivente e non è chiaramente non vivente. È un caso un
po’ strano. E gli altri? La domanda non è se sono viventi o no, ma perché domandarselo
è interessante, mentre non è interessante domandarselo per un gatto: è una
domanda sulla domanda. Leo – Se tu
pianti il seme, gli devi dare un pochino d’acqua, perché se no il seme rimane
sempre lì; se tu gli dai troppo poco di acqua esce la pianta e poi muore
subito. [Qui l’elemento problematico è la
condizione, che relativizza la condizione di vivente alla relazione con
l’ambiente] Marcello –
Quindi nel caso del seme non è facile rispondere se è vivente o no, perché,
dice Leo, è vivente solo se… Leo - … gli dai
l’acqua. Marcello –
Vedete che è un altro caso interessante: non si può dire chiaramente se è
vivente o non vivente, ma “è vivente, però se…”. Leo – Se lo
metti dentro la terra si… ammorisce. Walid – Il seme
è come una persona: se una persona non beve, muore. [Propone un’analogia pertinente
(“abduzione”)] Marcello –
Quindi c’è un “se…”. Bisogna discutere quali sono le cose che lo fanno vivere
e quali no. Marilena – E la
terra? l’osso? Greta – L’osso
però può essere anche vivente, tipo: quando noi uccidiamo una gallina lei ha
le ossa ma poi… cioè prima l’osso era vivente … però quando noi ammazziamo
l’animale e rimangono solo le ossa non è vivente: mangi solo l’osso. [Coglie l’elemento di problematicità
dell’esempio] Marcello – Anche
questo è un caso interessante: una parte di un qualcosa di vivente… Christian N. – Si
chiama anche ex vivente Marcello – Sì,
ma Greta dice che l’osso prima fa parte della gallina che è un essere vivente;
ma se lo distacco dall’essere vivente non è più vivente. Quindi è un altro
caso interessante. Marilena – E la
terra? Satya
– La terra è vivente perché è la cacca degli insetti piccoli. [E’ una generalizzazione indebita, ma
mette sulla strada di considerare i componenti della terra e quindi che la
terra è un oggetto complesso] Marcello - È
solo quello? Leo - La terra è
uguale al seme, però c’ha anche le radici che la tengono in vita… l’acqua e
le radici. [Anche questa è un’indicazione verso la complessità della
terra] Marcello -
Dunque dentro la terra ci sono le cacche degli insetti, ci sono le radici,
c’è l’acqua… Anthony – La
terra può essere un po’ vivente perché ha la cacca di qualcosa, di un cane,
di una gallina, di un coniglio, degli insetti… Matilde – La
terra è vivente perché ha dentro l’acqua, le vitamine e, come ha detto Satya, la popò degli animaletti che con l’acqua si
mischia e diventa terra, che diventa vivente. [“Ha dentro” e “si mischia” fanno
emergere il carattere complesso della terra] Marcello – “Si
mischia”: un altro indizio. Aurora Mai. – La
terra secondo me alcune volte è vivente e non vivente, perché alcune volte ci
sono animali sotto nella terra che stanno cercando cibo, ma anche perché la
terra mangia anche l’acqua e le vitamine. [Un’altra pista per la problematicità
dell’esempio, che è identificata come tale (“è vivente e non
vivente”)] Marilena – La
terra succhia l’acqua, assorbe l’acqua. Christian Lop. – Dentro la terra ci sono gli animali, poi scavano e
così si riparano. Enea - La terra è vivente, perché, se metti… se la usi
per fare una pianta la terra è vivente perché crescono le radici. È vivente
perché il seme è come l’uovo e la terra è come… [Probabilmente si riferisce alla
pratica nota del giardinaggio. Riprende l’analogia proposta da Walid con la
consapevolezza che si tratta di un’analogia, cioè di una mappa mentale
applicata alla realtà osservata (“come”)] Marcello –
Ricordate qual era la domanda: perché la terra è una cosa interessante… Enea – La terra
quando metti il seme, è come la gallina che cova il seme, perché il seme è
come l’uovo. Dopo un pochino nasce… nel seme nasce la pianta. [Esplicita la struttura dell’analogia.
L’uso di “nel” invece che “dal” individua due oggetti diversi (non è il seme
che si trasforma in pianta), intuizione corretta dal punto di vista
biologico] Marcello – E
come mai, se non metti il seme nella terra, non vive: la terra che cosa fa? Enea – Perché lo
protegge. Selma – La terra
per far crescere il seme… dentro la terra ci sono le vitamine per far crescere
la pianta. [Esplorano relazioni ecologiche] Marcello –
Quello che stiamo dicendo è che la terra è una cosa molto complicata, dove
c’è dentro un sacco di cose: la cacca, la sabbia, le radici, l’aria, l’acqua,
le vitamine… allora come si fa a dire facilmente se è vivente o no. Come
facciamo: prendiamo la terra e la dividiamo? Togliamo i semi, poi togliamo
l’acqua, poi togliamo, poi togliamo...? Ma la terra è tutto insieme. È un
altro caso in cui dire se è vivente o non vivente non è mica semplice. Sto
solo facendovi vedere come anche la domanda “è vivente o non vivente?”, se
fatta per i semi o per le ossa, per la terra, per le uova, diventa una
domanda molto interessante. C’è da capire com’è fatta la terra, cosa c’è
dentro; se ci sono dentro cose diverse vanno considerate tutte insieme o
bisogna separarle? E così via. Denise – Per me
la terra certe volte è vivente e certe volte no, perché, ad esempio, quando
la terra la prendi al supermercato là dentro non c’è niente: c’è solo terra
ma non c’ha i bisogni degli animali… niente; ma se ci metti il seme e se lo
pianti dopo si mischia tutto e il seme vive sia perché ha un posto protetto
sia perché è il cibo per la pianta; e serve l’acqua e lei la succhia. [Arricchisce l’idea di complessità
dell’oggetto terra dal punto di vista delle dinamiche relazionali e non solo
dei componenti] Marcello – E
quindi dipende anche da che terra è, se è solo sabbia non c’è dentro niente,
se è terra presa da un campo ha già dentro tute queste cose… Un’altra domanda
che, a leggerla così, uno dice “beh, e
allora…?” è questa: ”perché il pulcino assomiglia alla gallina?”, che per uno
scienziato invece è molto interessante… ma, prima di tutto, chi l’ha fatta
che cosa voleva sapere? Carlo – Perché i
piedi sono come la gallina… Marcello – Ma
assomiglia tanto o poco? Carlo – Un po’
di meno, perché è giallo. Marcello – E poi
come sarà quando diventerà grande? Andrea - Come la
gallina. Marcello – Lui
dice che il pulcino assomiglia alla gallina e è interessante domandarsi come
perché i figli assomigliano ai genitori. Ma l’altra domanda è come e perché sono
diversi. Ad esempio il pulcino è giallo, non ha la cresta, ha le ali molto
più corte, ma poi diventa come la mamma o come il papà. Abbiamo una cosa
diversa che diventa molto più uguale: che cosa succede quando un pulcino
diventa una gallina. Quando nasce il pulcino è un po’ diverso, però nello
steso tempo da una gallina non nasce uno scoiattolo o una lucertola… nascono
sempre pulcini di gallina. Insomma nascono figli che assomigliano ai
genitori, ma anche un po’ diversi e ci vuole un po’ perché diventino più
uguali. Per uno scienziato è interessantissimo capire come funziona questa
cosa. Addirittura ci sono degli animali che cambiano tantissimo, per
esempio…? Ne conoscete? Leo
- La farfalla. Marcello – Per
esempio la farfalla che quando nasce… Leo – È un
bruco. Marcello – E
prima addirittura è un uovo! Capite che c’è tutta una storia da scoprire. Leo – Il bruco
prima è un bruco normale, poi diventa un bruco non proprio normale, poi diventa
un bruco con una specie di cosa verde… protetta. [Usa informazioni acquisite su un
oggetto come esempio pertinente di trasformazione] Marcello –
Vedete che dietro quell’ ”assomiglia” ci può essere tutto un mondo di differenze,
trasformazioni, cambiamenti. Io non ho
risposto a tutte le vostre domande, ma sono sicuro che, anche solo per quello
che vi ho detto, vi sono venute in mente tante altre domande. Capite quante
cose ci sono da scoprire e perché si va a scuola per così tanti anni ancora,
quanto ci possiamo anche divertire a fare domande e a cercare le risposte. Io
ho solo preso degli esempi per farvi vedere come dietro ognuna di queste
domande c’è tutto un mondo da scoprire. Si possono fare osservazioni,
ragionamenti discussioni, si possono leggere dei libri… Marilena - Noi
faremo un percorso per approfondire queste domande nei modi che lo scienziato
ci ha indicato. Per esempio ci saranno quelle domande che avranno bisogno
della nostra osservazione, ci saranno domande che avranno bisogno di più tempo
perché le risposte le daremo quando avremo imparato più cose. Ci sono domande
su cui possiamo già incominciare al lavorare adesso… [Ci sono ancora richieste di intervento] Sentiamo gli ultimi
interventi poi chiudiamo, perché c’è un lavoro molto importante da fare che
abbiamo preparato per cominciare da veri scienziati. Leo – Volevo
dire una cosa sulla terra: che, quando tu dai l’acqua, la terra la succhia e
diventa più grande e l’acqua dai buchi della terra arriva al seme e, se gli
dai ancora più acqua al seme invece che la terra gliel’ha data ancora un
pochino, allora nasce una pianta, perché la terra gliene ha data poca poca e il genitore o il bambino gliene ha data molta. [Se capisco bene, è un’intuizione di
una caratteristica della terra (assorbire velocemente masse d’acqua e
rilasciarle lentamente) fondamentale per lo sviluppo vegetale e per certe
dinamiche geologiche (es. frane)] Marcello - La
terra trattiene l’acqua e la dà al seme. Giulia – Secondo
me la gallina fa nascere il pulcino perché, quando il pulcino cresce, diventa
simile alla gallina oppure uguale…. dipende… diventerebbe se è un papà la
gallina simile al papà… [Introduce un elemento fondamentale
del discorso, fin qui trascurato] Marilena – Se è
un gallo… Giulia – Sì, se
è un gallo il pulcino, se è maschio, diventa un gallo, solamente un po’ diverso;
se dalla gallina nasce un maschio non diventano simili; se invece sono due
femmine, una piccola e una grande, quando cresce diventano più uguali. Marcello – Hai
citato la differenza più grande che c’è: sono tutti figli della stessa
gallina ma se sono femmine diventeranno galline, se sono maschi diventeranno
galli. |