Marcello Sala

I “SUPER PREMI NOBEL”

-pubblicato in- 

COOPERAZIONE EDUCATIVA  n. 1 / 1997

La Nuova Italia

 

Chiedersi quale immaginario sulla scienza ha chi la insegna

vuol dire porsi domande sulla ideologia e sulla epistemologia

che dominano l’educazione scientifica.

 

Nel laboratorio che propongo a gruppi di insegnanti e che esplora criticamente i presupposti della scienza classica con l’intenzione di aprire l'educazione scientifica alle tematiche "della complessità" e al pensiero "ecosistemico", ho da qualche tempo preso l’abitudine di proporre, prima di cominciare, un questionario che vuole essere una esplorazione su come gli insegnanti della scuola di base, in particolare di formazione magistrale, pensano o si immaginano “la scienza” (uso volutamente il singolare).

Vorrei riflettere qui sui risultati di quello che può essere considerato un “assaggio” più che un “sondaggio” (i dati numerici non sono significativi dal punto di vista statistico), sulle “tendenze” che mi sembra emergano con una certa evidenza. È importante non confondere questo livello “collettivo” con quello delle singole risposte individuali, con le loro specificità e le loro motivazioni, che in questa sede non sono in discussione.

I PERSONAGGI

La prima richiesta del questionario è quella di scegliere 4 personaggi della storia della scienza cui assegnare dei "super-premi Nobel alla carriera”. Mettendo insieme le risposte ottenute in tre occasioni diverse (per un totale di un centinaio di persone) si ottiene un elenco, ma anche se vogliamo una classifica, che vede in testa Galileo, Leonardo, Newton, Einstein, Sabin, Marconi, Levi Montalcini, Rubbia, Fleming.

Nel riferire i risultati complessivi delle risposte ho provato anche a catalogarle. Sottoponendo alla discussione i criteri usati, ho ottenuto una sostanziale approvazione: posso dire perciò che le categorie proposte corrispondono abbastanza al senso che gli autori e le autrici hanno attribuito alle proprie scelte. Le categorie non sono definite in modo formale perché si tratta di nominalizzazioni intuitive cui corrispondono raggruppamenti non rigorosi. Alcuni nomi compaiono in più categorie, dove diversi propositori interpellati li hanno posti.



“filosofi”

“speculativi”

“medici”

“tecnologi”

“divulgativi”

 

Galileo

Platone

Socrate, Democrito, Giordano Bruno, Tommaso Moro, Voltaire, Marx, Bateson

 

Galileo

Newton

Leonardo

Einstein

Levi Montalcini

Copernico

Rubbia

Pitagora

Darwin

Curie

Mendel

Archimede

Lavoisier

Keplero

Euclide, Eratostene, Arato, Gay Lussac, Boltzman, Lorenz, Lovelock

Sabin

Fleming

Pasteur

Curie

Levi Montalcini

Ippocrate, Freud, Schweitzer, Papanicolau

 

Marconi

Leonardo

Edison

Volta

Archimede

Fermi

Rubbia

Edison

Meucci, Morse

Zichichi

Custeau, Quilici, Hack

 

S. Francesco (?)

La distribuzione quantitativa privilegia nettamente la categoria degli “speculativi” (più della metà delle risposte).

Sono convinto che molti degli interessati non saprebbero fornire informazioni precise sul contenuto delle ricerche di Rita Levi Montalcini, di Carlo Rubbia, e tantomeno di Antonino Zichichi: sono propenso a credere che le risposte relative ai personaggi non siano indicative delle loro attività scientifiche ma di una generica fama fondata sui ricordi scolastici o sulle suggestioni dei mass-media. Il ruolo della televisione nella formazione delle immagini della scienza sarebbe confermata del resto dai nomi di Custeau e Quilici, molto noti per i loro documentari naturalistici.

Mi sembra che gli stessi Custeau, Quilici (e Lorenz, da questo punto di vista) rispondano a quell'immagine di scienza in stretto rapporto con un atteggiamento di rispetto della natura che viene esplicitamente evocata da chi ha citato san Francesco: "non è stato uno scienziato, ma un innamorato della natura: il rispetto della natura è il fondamento della scienza" avverte una nota.

LE SCOPERTE

Anche la seconda domanda ipotizza dei “super-premi Nobel”, da assegnare questa volta alle “scoperte” fondamentali della storia della scienza. Anche in queste classifiche, alcune voci compaiono in più categorie a seconda del senso che gli autori hanno voluto attribuire loro:


“filosofiche”

“speculative”

“mediche”

“tecnologia materiale”

“tecniche culturali”

metodo scientifico

metodo sperimentale

atomo e struttura

leggi genetiche, DNA, relatività

sistema eliocentrico

sfericità della Terra

gravità

evoluzione

pendolo, matematica, metafisica, nuove stelle, teorema di Pitagora, II principio della termodinamica, dorsali oceaniche, principio d’indeterminazione

 

 

 

 

vaccini

penicillina

radium

antibiotici

conservanti

lenti da vista

anestesia

sapone

cura malattie endemiche, fisiologia umana, tecniche di rianimazione, psicoanalisi

telefono

elettricità

ruota

machina a vapore

fuoco e cottura

telegrafo

motori a scoppio

radiofonia

energia nucleare

automobile

televisione

raggi X

computer

lampadina

pila

leva

volo

energia naturale, lavatrice, telescopio, microspie, ferrovia, amigdala, clessidra, petrolio, polvere da sparo, radar, elettronica, bussola, cinematografia, ascensore, nodo, sbarco sulla Luna

stampa

comunicazioni

scrittura

numeri

risparmio

alfabeto

letteratura

arte

graffito

difesa dell’ambiente

Parlare di scoperte sposta l’attenzione dalla cultura, intesa nel senso più stretto di conoscenza o informazione, alla cultura riferita alle concrete forme di vita di una società. Ed ecco che nelle risposte si verifica un sostanziale spostamento della prevalenza quantitativa dalla “scienza pura speculativa” alle applicazioni (alle categorie “tecnologiche” e “mediche” si riferiscono nove risposte su dieci, mentre quelle riferibili alla “tecnologia materiale” sono già più della metà del totale).

Molte risposte si riferiscono a qualcosa che ha a che fare con tecniche, oggetti tecnici, procedure..: la loro appartenenza al mondo della scienza mi sembra sia da legare al fatto che la loro progettazione e/o il loro uso sono strettamente legati a conoscenze specifiche, e infatti rimangono riservati a specialisti identificati come "scienziati" o come “tecnici” (a seconda che lavorino più su un piano teorico o su un piano pratico).

La comparsa di una categoria “tecniche culturali” mi è stata suggerita dalla quantità, in certo modo inattesa, di risposte non riferibili a scoperte propriamente “scientifiche”, intendendo con ciò che hanno un posto nella cultura dell'umanità molto legato all’esistenza di una istituzione di specialisti ("la scienza” appunto). Qui invece ci si riferisce a tecniche, oggetti tecnici, procedure ecc., che, anche se nati come applicazioni di conoscenze teoriche, sono entrati a far parte della cultura dell'umanità indipendentemente da esse, perché il loro uso è divenuto universale (lampadina, telefono...). Per alcuni di essi poi il rapporto con il termine "scoperte scientifiche" mi sembra azzardato, se non in senso molto generale, in quanto il loro ingresso nella cultura umana trascende e/o precede il nascere della "scienza" come si definisce storicamente e come la si assume nel contesto del presente questionario: mi riferisco a fuoco, ruota, energia, mezzi di trasporto... A maggior ragione il discorso vale per quelle che si potrebbero definire più come generiche "conquiste dell' umanità”: alfabeto, stampa, risparmio... Un accenno a parte merita "difesa dell' ambiente" che per me si giustifica soltanto con quel supposto rapporto tra scienza e rispetto della natura già evidenziato dalla scelta di alcuni personaggi.

Insomma dalle risposte a questa domanda mi sembra che emerga complessivamente una scarsa messa a fuoco della immagine della scienza; c'è molta approssimazione e imprecisione nel delimitare ciò che appartiene al campo e alla storia della scienza, e ciò nonostante non venga messo in discussione quel presupposto della nostra cultura che la scienza e la sua storia abbiano un ambito ben definito e separato da altre attività umane.

C'è poi una larga sovrapposizione tra il campo (immaginato) della scienza e quello della costruzione di ciò che è utile all'uomo, sovrapposizione mediata dal concetto di tecnologia. È l'idea baconiana e cartesiana dell'utilità della scienza che sta a origine e fondamento dell'età moderna[1]. L'assunto è: la scienza è la ricerca di conoscenze utili a migliorare la vita umana; dunque tutto ciò che migliora la vita umana ha a che fare con la scienza.

Non viene assolutamente colta la fondamentale contraddizione tra il "rispetto per la natura" e questo criterio antropocentrico dell'utilità per l'uomo e della conquista (“lo sbarco sulla Luna”), in cui il valore della natura è quello di "risorsa" da utilizzare, criterio che costituisce il sostegno ideologico allo sfruttamento e quindi alla distruzione della natura di cui oggi si comincia a prendere coscienza.

LE IDEE

I successivi “superpremi Nobel” sono assegnati alle "idee più importanti della scienza".

La prima cosa che colpisce è la grande quantità e dispersione delle risposte. Si fa ancor più fatica a delimitare un’area di competenza della scienza.

 


Idee “rappresentazioni”

idee “progetti” (invenzioni, programmi,...)

 

(concetti, leggi,...)

“materiali”

 “culturali”

gravità

evoluzione

sistema copernicano

relatività

struttura della materia

trasformazione

sfericità e rotazione della Terra

energia

materia

teoria cellulare

elettricità

difesa immunitaria

pendolo

leggi di Lavoisier

leggi genetiche

campo magnetico

universalità

sistema, relazione, relazione organismo/ ambiente, “Gaia”, “nulla si crea nulla si distrugge”, big-bang, materia = energia, fisica, relatività del moto, evento probabile, zero, infinità dell’Universo, buco dell’ ozono, deriva dei continenti, doppia elica DNA, sistema periodico degli elementi, universi paralleli, spettro solare, rapporto spazio-tempo, legge di Archimede, paradosso, equilibrio di forze, più piccolo del visibile, più pesante dell’aria, muffe e batteri, complessità, vasi comunicanti, plusvalore, movimenti dell’acqua, essenza, villaggio globale, materialismo storico, ecologia, ufologia, legame psiche-soma, armonia del creato, origine della Terra, espansione dell’ Universo, la natura è regolata da leggi ferree, in natura nulla avviene per caso, la mente domina il corpo, degenerazione cellulare, uomo come essere biologico, ecosistema, crescita, unicità, combinatoria, calore, temperatura, spazio, tempo

volo

comunicazioni

telegrafo telefono telecomunicazioni.

galleggiare navigazione

sfruttamento delle risorse e delle

 forze naturali

miglioramento delle condizioni di

 vita - benessere

ruota

cura delle malattie

esplorazione spaziale

navigazione spaziale

agricoltura

utilità

penna a sfera

stampa

uso del petrolio

mezzi di trasporto

calcolatore/trice

energia

salvaguardia dell’ambiente

omeopartia - guarigione naturale

riciclare, medicina, lotta biologica in agricoltura, ibernazione, conquista spaziale, manipolazione genetica, pila, lavatrice, macchina a vapore, macchina fotografica, utensile, canalizzazione delle acque, fuoco, creare un gioiello, pillola anticoncezionale, cinematografia, sostituire l’uomo con un computer, comunismo, costruzione di abitazioni, miglioramento condizioni di lavoro, refrigerazione, costruire i paesi sulle colline (nel Medio Evo), antidoti

scrittura

conoscenza - sviluppo delle conoscenze

sperimentazione

ricerca

trasformazione

utilità

ragionamento

viaggi nel tempo

osservare

rispetto della natura

invenzione, numero, unione mondiale nella ricerca sulle malattie, studiare il volo, sopprimere la natura, proteggere la natura, confrontarsi con la natura, studiare l’ambiente, uguaglianza, libertà di espressione, bellezza, ampliamento conoscenze geografiche, illuminismo, romanticismo, comunismo, pensiero analogico, senso critico, unicità, progresso, servizio, scoperta, problematizzare, ipotizzare, verificare, registrare, linguaggio uguale per tutti, diffusione mondiale delle scoperte, unità dei ricercatori, unità della scienza volta al sociale, legge come risposta a problemi reali, alla natura non si può comandare se non obbedendole

 

La distribuzione delle risposte nelle (arbitrarie) categorie vede una sostanziale parità tra idee come “rappresentazioni” e idee come “progetti”. Solo poche sono "idee scientifiche" nel senso stretto di concetti, come calore, temperatura, campo magnetico... Se volessimo assumere i libri come riferimento, c’è una parte consistente di risposte, una su dieci circa, che difficilmente si troverebbe in libri “di scienze”, mentre poco meno della metà delle risposte la si potrebbe rintracciare più nell’area delle “applicazioni”, del rapporto tra scienza e tecnologia.

Molte risposte tendono a qualificare piuttosto la comunità scientifica nel suo contesto sociale: ricerca, universalità, linguaggio uguale per tutti, diffusione mondiale delle scoperte, unità dei ricercatori, unità della scienza volta al sociale...) Da una parte anche qui è forte il richiamo alla "utilità", dall'altra è presente anche una istanza etica che assume come riferimento la natura. Ciò da una parte può essere interpretato come un ingenua, e storicamente scorretta, attribuzione alla scienza di questa dimensione di rispetto della natura, dall'altra invece proprio come un richiamo della scienza ai propri limiti, una sua subordinazione a valori superiori. Si tratta comunque di qualcosa che contrasta con la "a-moralità" della scienza moderna nata nel seicento, con la sua autonomia e separazione dalla metafisica o dall'etica.

Le espressioni del tipo "rispetto per la natura" e "difesa dell' ambiente" presuppongono comunque un uomo "altro" dalla natura e padrone di essa nel bene come nel male. Tali espressioni ormai abusate mi suonano come prodotto di un "ecologismo" tutto giocato sul consumo di parole e immagini, in un corto circuito che va dai mass-media alla proposta di inserire nella scuola l' "ecologia", come Materia o come obbiettivo nelle “programmazioni”, ma comunque come cosa da insegnare come qualsiasi altra cosa, cioè a parole, o peggio a prediche.

I COMPITI

La domanda seguente era: "Quale premi Nobel per la scienza desiderereste fossero assegnati per il 2000?".

Ciò che viene messo in gioco con la domanda è il livello del desiderio: la scienza è vista qui sotto l'aspetto dei compiti che ognuno le attribuisce in relazione ai bisogni. Nella tabella sono indicate le classifiche dei problemi segnalati nelle risposte (nella parte superiore gli interventi auspicati “in negativo” in quella inferiore quelli “in positivo”). La ripartizioni: poco meno della metà delle risposte riguardano la salute e poco meno di un terzo l’ambiente. Poco rappresentate le risposte che riguardano la “conoscenza”, che come si vede si orientano verso argomenti piuttosto “strani” confinanti con quelli della categoria “extra” in cui ho collocato le questioni che hanno più familiarità con la fantascienza.


 

salute

ambiente

società

economia

etica generale

conoscenza

extra

_

cancro - tumori

AIDS

fame

malattie

mal. incurabili

mal. dei vecchi

droga - fumo - alcol stress

fatica

manipolazione. genetica

sclerosi multipla, di-strofia, leucemia, morte, malattie dei giovani, mal. genetiche

rifiuti

inquinamento

buco dell’ozono

nucleare

desertificazione

rifiuti tossici e nucleari

discariche

interventi dannosi

catastrofi naturali

effetto serra, corsa alla meccanizzazione e computerizzazione, danni dell’ industrializzazione, terremoti

fame

bomba atomica

disoccupazione

armi, sovrappopolazione, guerra chimica, capitalismo, sottosviluppo, povertà

razzismo, violenza, cattiveria

 

 

+

prolungamento

 della vita

memoria

cure naturali

fonti energetiche

 “pulite”

ozono

natura

equilibrio biologico

viaggiare non

 inquinante

riciclaggio, vivibilità delle città, ecologia, colture biologiche

equilibrio risorse

condizioni di vita

alimentazione

 Sud del mondo

scuola migliore, telecomunicazioni, potabilità dell’ acqua marina

pace

senso morale

felicità

giustizia

armonia, essere buoni ge-nitori, uguaglianza, amore tra i popoli

conquiste

spaziali

abitudini animali, fisica in assenza del tempo, nuove forme di vita, nuovi canali di comunicazione, immortalità dell’ anima, rapporti carmici

teletrasporto

comunicazione con altri esseri e altri pianeti

eterna giovinezza, macchina dei sogni, macchina del tempo, liberazione dal passato, comunicazione con l’aldilà

Le immagini che ne emergono sono ancora più lontane dallo statuto istituzionale che le scienze si danno. Se le scienze vedono oggi il trionfo della iperspecializzazione nei metodi e negli strumenti, tendono a dare risposte precise a problemi molto delimitati, le immagini degli insegnanti si riferiscono a problematiche molto generali, che qualsiasi scienziato rifiuterebbe come obbiettivi della propria ricerca.

Domina naturalmente il criterio della utilità per la vita umana. Si può leggere in questo anche la pretesa di riscuotere quel credito che la scienza si è costruito nella cultura e nella percezione comune, ingenua se si vuole; come dire "se è vero che la scienza è così potente e buona come ci è sempre stato detto, allora si dia da fare per risolvere i problemi che gravano sull'umanità". Non c’è nessun accenno al riconoscimento di una responsabilità della scienza nell’insorgere di quei mali di cui si chiede proprio alla scienza l’eliminazione. Il fatto di non riconoscere il legame tra l’ “inquinamento”, i “danni dell’industrializzazione” ecc. e la scienza sarebbe più comprensibile se la tecnologia fosse percepita come cosa altra dalla scienza; e invece nelle risposte esaminate la scienza non è percepita separata dalle sue applicazioni, anzi le due istanze sono considerate strettamente unite in un’idea di progresso lineare positivo che ci viene da Bacone. Questa contraddizione fa sì che sia del tutto assente  l’idea di un costo del progresso.

Nell' ultima risposta della prima colonna io leggo il segno dell'arroganza dell'uomo occidentale: ciò che ci si augura che la scienza "scopra" per il 2000 è ciò che la scienza moderna ha spazzato via; si tratta di quelle conoscenze tradizionali che dalla natura imparavano come curare e curarsi (nel nostro linguaggio diremmo "utilizzavano risorse naturali per curare").

Ma ciò che mi ha colpito in questa indagine sui compiti che si attribuiscono alla scienza sono i termini usati. Soltanto in poco più di un caso su venti si tratta di un’espressione che si può considerare “specifica” rispetto al problema (colture nelle terre aride, riciclaggio dei rifiuti, rimboschimento, biodegradabilità della plastica, utilizzo economicamente competitivo dell’energia solare...) Più di un terzo dei termini usati sono genericamente positivi (risolvere, conquista, recuperare, vittoria su, scoprire, strategia per, tecnica per, migliorare, cura di...); per un altro terzo circa si tratta di termini genericamente negativi (sconfiggere, scomparsa, debellare, ridurre, bloccare, evitare il rischio di, eliminare le cause, abolire...); circa una risposta su dieci nomina un “oggetto materiale” (una macchina per, una sostanza per...); più di una risposta su dieci non usa alcun termine riferito al problema, nel senso che nomina soltanto il problema.

Leggo questa evidenza come segno di un atteggiamento di delega nei confronti degli scienziati: ”non vi do indicazioni più precise perché non ne so abbastanza e comunque mi fido di voi”. Se si completa il quadro con i dati relativi a “società economia” e “etica generale” (un sesto circa del totale delle risposte), vale a dire se si considera che alla scienza viene attribuita la soluzione di problemi di carattere politico, o addirittura etico-sociale, la soddisfazione delle aspirazioni tanto universali quanto generiche dell’umanità, come pace, uguaglianza, felicità, giustizia..., se ne ricava un’immagine che con i partecipanti a un laboratorio abbiamo definito così: “alla scienza come a San Gennaro”. Non posso fare a meno di mettere in relazione l’eccessiva fiducia nella scienza con una deresponsabilizzazione rispetto alla partecipazione ai processi di cambiamento che riguardano la vita dell’umanità nei suoi aspetti sociali economici.

EDUCAZIONE SCIENTIFICA

In una occasione agli insegnanti è stato richiesto di indicare "quali cose in campo scientifico i bambini dovrebbero assolutamente imparare".

Molte risposte mi pare confermino che gli insegnanti hanno in mente alcuni atteggiamenti, comportamenti desiderabili da acquisire nell' ambito di una buona educazione: "acquisire il senso critico", "osservare la realtà", "studio e verifica", "osservare ponendosi domande", "raccogliere dati", "un metodo di ricerca", "accogliere le novità", "curiosità", "capacità di meravigliarsi", "capacità di autocritica", "uso dell' esperienza", "uso del libro". Ciò che è significativo è che li attribuiscano all'ambito dell'educazione scientifica, anche se non c'è alcun motivo perché la pratica scientifica, tanto meno quella scolastica, rivendichi in modo esclusivo questa paternità. Tuttalpiù, all'inverso, si potrebbe dire che chi è dotato di queste qualità generali può essere un buon scienziato. In sostanza c'è un pre-giudizio positivo nei confronti della scienza, in una visione alquanto stereotipata e semplificata (si veda l'ingenuo "ogni scoperta deriva da esperimenti").

Ritorna anche il pregiudizio che appartenga alla scienza l'atteggiamento di rispetto della natura e che quindi questo si impari da quella; una risposta come "strumenti per apprezzare la natura" unita alle prime risposte su personaggi come Quilici o Custeau è interpretabile pensando al ruolo, tutto da discutere ma effettivo, dei media nella diffusione di conoscenze "ecologiche". Di contro rispondere l' "uso delle macchine" ripropone la sovrapposizione scienza-tecnologia in termini di utilità.

La visione della scienza come attività a fini essenzialmente utilitaristici, e quindi strettamente connessa alla tecnologia, scompare quando la domanda si fa diretta "che cos'è la scienza?".

I termini usati nelle risposte, "studio", "conoscenza", "spiegazione", "riflessione", "curiosità", "sapere", sembrano riproporre l'immagine di un'attività esplorativa che spinge il suo sguardo curioso e disinteressato su un mondo vergine e (si intuisce) felice. Un mondo fuori da quella realtà che urgeva nelle risposte precedenti, tanto è vero che non ha più bisogno di essere protetto e salvato. Scomparse le istanze etiche, le urgenze ecologiche, i compiti finalizzati al benessere umano, rimane un'immagine di scienza "pura", che sembra far parte di quella particolare cultura "umanistica" che si coltiva come prodotto di serra nelle istituzioni scolastiche.

 



[1]  «[...] è possibile arrivare a conoscenze molto utili alla vita, e in luogo della filosofia speculativa che si insegna nelle Scuole, se ne può trovare una pratica, in virtù della quale, conoscendo la forza e le azioni del fuoco, dell' acqua, dell' aria, degli astri e dei cieli e di tutti gli altri corpi che ci circondano così distintamente come conosciamo le diverse tecniche degli artigiani, potremmo parimenti impiegarle in tutti gli usi a cui sono adatte, e renderci quasi signori e padroni della natura. Il che non soltanto è desiderabile per inventare una infinità di macchine che ci consentirebbero di godere senza alcuna fatica dei frutti della terra e di tutti gli altri beni che vi si trovano, ma anche e in primo luogo di conservare la salute, che è senza dubbio il primo di questi beni e il fondamento di tutti gli altri di questa vita...» René Descartes