Marcello Sala - conversazioni in classe: registrazioni e commenti

 

Scuola Materna MonteRotondo  2001-2002   

Insegnante  Anna Maria Cavallari

 

CHE COS’è L’ARIA

 

Arianna, Manuel, Carolina, Mauro, Silvia, Sara, Zulejhan hanno 5 anni; 

Lorenzo,  Eleonora 4 anni.

 


1      INS. - Che cos'è l'aria?

[Che cosa intende dire un adulto quando chiede “cos’è…?” Vuole sapere qual è la natura di un oggetto? vuole averne una descrizione? o vuole sapere se il bambino sa che oggetto corrisponde a quella parola? E l’oggetto può essere identidificato o dicendone il nome o indicandolo. È utile per un adulto provare a dare la sua risposta; poi chiedersi quanto si avvicina a quella “scientificamente corrretta” (“è una miscela di gas”); poi chiedersi se questa può avere un  senso per un bambino, dal momento che contiene parole incomprensibili. Che risposta ci si può aspettare da un bambino nella sua epistemologia?]

2      ARIANNA -  è il vento che ci fa respirare.

[La bambina risponde facendo riferimento alle sue esperienze percettive in cui ha sentito gli adulti utilizzare la parola “aria” e le mette in relazione]

3      INS. – Cioè?

4      MAURO - Boh...

5      ARIANNA – Maestra, per me è una cosa che ci fa respirare e crescere.

[Una “cosa” può essere identificata come agente di qualche fenomeno]

6      CAROLINA - Sono le nuvole che soffiano.

[Il movimento delle nuvole è effetto del vento e lo rende percettibile. La relazione appare rovesciata nel linguaggio “animistico” della bambina. Ma sono i bambini ad essere animisti oppure è animistico il linguaggio con cui ci si rivolge loro e loro lo imparano?]

7      Manuel - A me mi sembra che l’aria ci fa un po' di vento quando siamo sudati.

[Probabilmente fa riferimento alla sensazione di fresco che provoca un moto dell’aria (vento) e che si accentua con l’evaporazione del sudore. L’osservazione nasce dall’esperienza attraverso una precisa individuazione di ciò che è pertinente al discorso]

8      CAROLINA - Fa vivere le piante...

9      AriANNA. - Ma pure l'acqua fa vivere le piante, scusa!

[La dinamica che porta all’acqua è quella dell’analogia]

10  CAROLINA - Dopo fa respirare gli animali e gli uomini....

11  MANUEL - Anche i bambini, non solo gli uomini.

[“Bambini” e “uomini” sono due insiemi distinti, su base non logica, ma percettivo-relazionale]

12  MAURO - Con l'aria ci fa freddo.

[Gli adulti spesso dicono “c’è aria” per dire che “c’è vento”, cioè aria in movimento; vedi 7]

13  MANUEL - Quando fa freddo dobbiamo subito rientrare dentro casa, mettere il giacchetto, poi riuscire.

[Per bambini non esistono cose o fenomeni astratti dai contesti: qui il riferimento è la propria esperienza nella dimensione familiare]

14  ARIANNA - Però se ci stanno i riscaldamenti, dentro casa non c'è il freddo.

[Il discorso segue il filo della successione più che organizzarsi attorno ad un oggetto]

15  INS. - Ma l'aria c’è ancora?

[Ci pensa l’insegnante a riportare all’oggetto (azione di “contenimento cognitivo”)]

16  ARIANNA - Sì, un pochetto.

17  INS. - Allora l'aria è il freddo?

18  TUTTI – Sììì.

[Vedi 7 e 12]

19  SILVIA – No: sono le nuvole che soffiano.

[Riprende l’intervento 6. I bambini non usano il verbo “essere” in senso ontologico come attribuzione, assegnazione, classificazione, ma per una relazione di pertinenza (come se fosse “c’entra con”)]

20  INS. - Allora quando non ci sono le nuvole non c’è neanche l'aria.

[L’insegnante apre un “conflitto cognitivo” sul piano della coerenza logica, ovvero della relazione causa-effetto tra aria e movimento delle nuvole]

21  ARIANNA - No maestra, l’aria ci dovrebbe essere perché ci fa vivere.

22  CAROLINA - C'è perché sta anche nel naso e esce dalla bocca. senti... vedi... [apre la bocca]

[Esplicita il riferimento all’esperienza percettiva più diretta]

23  ARIANNA - Se chiudi il naso, respiri dalla bocca come con il boccaglio.

24  INS. - Dov’è l’aria: non la vedo?

25  ARIANNA - è trasparente, non c'e [molto decisa].

26  CAROLINA - Però se stanno zitti si sente, se no no.

27  INS. - Proviamo a stare zitti!

28  MANUEL - Io l’ho sentita, mica sono sordo!

29  INS. - Ma insomma l’aria sta dentro la bocca o sulle nuvole?

30  SILVIA - Sulle nuvole e in bocca.

31  CAROLINA - Quando piove c'è tanta aria, quando non piove c’è poca aria, ma respiriamo lo stesso perché l’aria sta anche in cielo.

[Sarebbe stato interessante cercare di capire a quale esperienza relativa all’aria si riferisce.]

32  MANUEL - Maestra ascolta:… tu non hai capito che ci sono due arie: una in bocca e una al vento.

[Fin qui è stato dato per scontato che l’aria è la stessa, ma sul piano della percezione c’è anche una differenza: due contesti di esperienza > due cose (vedi 13)]

33  ARIANNA - Se no, senza aria, moriremo.

34  CAROLINA - Però anche senza acqua.

[Si ripete a ruoli invertiti lo scambio 8-9: forse c’è competizione tra le due bambine.]

35  INS. - Ma in palestra adesso non c’è vento …

[Di nuovo l’insegnante apre un “conflitto cognitivo” sul piano della coerenza logica, facendo coincidere “vento” con “aria”]

36  ARIANNA [inserendosi] - Non c’è il cielo, non ci sono le nuvole e non c'è il sole.

37  INS. - Ma l’aria c’è?

38  MAURO - No?!

39  INS. - Allora come facciamo a respirare?

40  SILVIA - Con l’aria.

41  INS. - Ma non avete detto che non c’è?

[I bambini sembrano assumere un contesto alla volta e sono in difficoltà a confrontarli per cogliere elementi “traversali” (in questo caso l’aria)]

42  LORENZO - Anna, allora ce n’è pochetta pochetta: sei contenta?

[Ci ricorda che i contenuti del discorso vanno messi in relazione al contesto comunicativo in atto (che ha una dimensione relazionale-affettiva), o meglio a come se lo rappresentano i bambini (in una “interrogazione” lo scopo è ottenere un giudizio positivo dalla maestra)]

43  MANUEL - C'è, però non la senti addosso; invece fuori la senti, maestra: andiamo fuori, così capisci!

[Il contesto “conversazione scientifica” solo nella rappresentazione degli adulti esclude elementi come il gioco e il desiderio. È interessante la tattica con cui il bambino li introduce nel “gioco” dell’adulto, rispettando le pertinenze del discorso.]

44  INS. - L’aria e il vento sono la stessa cosa o due cose?

45  ARIANNA - Sono due cose.

[Vedi 32]

46  MAURO - No, la stessa cosa.

47  ARIANNA – No, sono due, perché una si chiama “aria” e una “vento”.

[Quel “perché” potrebbe essere interpretato in due modi (“ontologico” ed “epistemologico”): in un caso sarebbe la manifestazione di una concezione in cui le parole sono una parte reale delle cose (Piaget), nell’altro la bambina riconoscerebbe il linguaggio come sistema di segni, in cui a parole diverse corrispondono cose diverse. Gli interventi seguenti (48-49) sembrano indicare una prevalenza del secondo.]

48  ELEONORA - Ma no, Arianna, non è per il nome.

49  ARIANNA - Ma fuori l’aria si fa sentire ma dentro no... tu la senti maestra?

50  MANUEL - L'aria sparisce quando c'è troppo sole; non lo so dove va, però sparisce.

[Vedi 12: “c’è aria” = “fa freddo”; qui c’è una ricerca di una spiegazione]

51  ARIANNA - Però respiriamo lo stesso.

52  INS. - E come mai?

53  ARIANNA - Maestra, proprio non lo so.

54  MANUEL - Maestra, ricordati che l'aria ci serve per vivere, per parlare, per cantare e per farci stare in forma a tavola.

[La relazione tra aria e propagazione del suono è corretta: il contesto dell’intervento fa pensare a informazioni raccolte dall’esterno. Ugualmente il riferimento al campo semantico dello “star bene” presuppone un uso del termine “aria” come “aria buona” che testimonia l’immersione nell’ambiente linguistico (pubblicità)]

55  CAROLINA - Che vuol dire “stare in forma”?

56  MANUEL - Vuol dire stare bene.

57  INS. - L'aria ci aiuta a stare in forma?

58  ARIANNA - Sì, bravo Manuel.

inizia a calare la concentrazione

[…e l’insegnante rilancia su qualcosa che può suscitare attenzione]

59  INS. – Ascoltate: secondo voi se l'aria c'è, di colore può essere?

60  IN CORO - T.r.a.s.p.a.r.e.n.t.e.

61  INS. - Che vuol dire trasparente?

62  ARIANNA - Che non si vede.

63  MANUEL - … ma si sente.

64  ARIANNA – Certo: la finestra è aperta.

65  MANUEL - è bianco... anzi no, perché bianco è come le calze di Silvia che si vedono; allora trasparente è come i brillantini.

66  ARIANNA – No, perché anche i brillantini si vedono. Secondo me trasparente è chiarissimo; non come il bianco che è chiaro però si vede; trasparente è chiarissimissimissimo, quindi non si vede.

67  MAURO – L’aria è bianca.

68  TUTTI – Uffa: abbiamo detto di no!

69  MAURO - Allora, va bene: trasparente vuol dire che non si vede.

[La messa a punto, attraverso l’interazione, dell’idea di “trasparente” passa da riferimenti all’esperienza (esempi pertinenti) molto precisi]

70  CAROLINA - Per sicurezza possiamo prendere il vocabolario e vedere cosa vuol dire trasparente.

[Conferma l’ipotesi fatta nella nota a 47)]

la campanella della mensa distrae i bambini quindi si decide di continuare un altro giorno

71  MANUEL – [che nel frattempo si e sventolato] Ma mi sono scordato di dirti che se la muovi l’aria la puoi sentire.

[Esplicita la ragione per cui all’inizio si erano messe insieme le conoscenze su vento e respiro: l’elemento chiave è il movimento, che rende percepibile l’aria: direttamente attraverso il tatto (la pelle alla superficie esterna del corpo o le mucose interne) o indirettamente attraverso la percezione visiva di oggetti mossi dall’aria (ovvero: insieme all’aria)]